Pangea, il caseificio vegetale italiano che ha conquistato il mondo
Il made in Italy e il cibo italiano rappresentano il binomio più famoso, amato e desiderato al mondo: da sempre sinonimo di creatività, qualità e lungimiranza.
Lungimiranza. Un’attitudine tutta italiana che nei secoli ci ha reso capaci di cogliere, intercettare e interpretare le sfide e le sfumature di un tempo nuovo, che bussa prepotentemente alla nostra porta, trasformandole in un’opportunità di rinascita economica, sociale e personale.
Rappresentante di questo nuovo made in Italy, etico ed ecosostenibile, sono Luciano e Monia Colinelli che nel 2011, insieme a Lisa Moscardi (un’amica fraterna dei fratelli fiorentini), hanno dato vita, nella cinquecentesca città di Arezzo, a Pangea Food: il primo caseificio vegetale italiano.
Toscani doc, con un fortissimo amore per l’ambiente in tutte le sue declinazioni, Lisa, Luciano e Monia, biologa nutrizionista, hanno saputo trasformare una filosofia di vita in una filosofia aziendale di successo.
Volto pubblico di Pangea, però, è Luciano che ci accompagna nei segreti della produzione dei formaggi vegetali: “Quando questa avventura ha avuto inizio, circa quattro anni fa, nessuno di noi aveva la minima idea di cosa significasse fare impresa – racconta l’imprenditore – abbiamo mosso i nostri primi passi in questo mondo da sognatori e autodidatti dopo aver fatto esperienza come titolari di un ristorante vegetariano e vegano. Certo – ricorda Luciano con un sorriso – coltivavamo un progetto ambizioso: dimostrare che si poteva produrre, fare impresa e creare economia rispettando l’ambiente, il pianeta e le creature che lo abitano: senza sfruttamento e senza crudeltà”.
Una sfida rivoluzionaria che ha mosso i primi passi in un contesto difficile, perché legato a un modello agroalimentare in profonda antitesi con i principi di tutela dell’ambiente e rispetto degli animali: “Di certo nessuno ci ha dato una mano – ricorda il fondatore di Pangea – anzi, alcune aziende, temendo il nuovo competitor, hanno tentato di trarre profitto della nostra iniziale inesperienza. Ci sono voluti quattro anni di lavoro per arrivare all’attuale ritmo di produzione e un investimento importante rispetto a scelta dei locali e acquisto di materiali e macchinari”.
Un progetto vegan che ha saputo conquistare anche Francesca Fiochi, socia del gruppo caseario: “Francesca è stata una vera sorpresa – racconta Luciano – un’esperta aziendale alla quale ci siamo rivolti per una consulenza che è diventata la nostra prima finanziatrice: senza di lei, oggi non saremo qui”.
Titolari dal 2009 al 2012 di un ristorante, è stata l’esperienza da ristoratori a spingere Luciano e Monia ad approdare alla produzione vegetale: “Ci siamo resi conto di come, nella preparazione di un piatto vegetale, il formaggio fosse l’ingrediente più richiesto. In Italia però – spiega l’imprenditore – nessuna azienda si era aperta a questa tipologia di produzione, lasciando di fatto un’intera fetta di mercato nelle mani di più lungimiranti imprese straniere, svizzere e tedesche tra tutte, mentre noi volevamo essere autonomi”.
Autoproduzione che negli anni ha raggiunto numeri importanti, con circa 40 tonnellate di formaggi vegetali prodotti all’anno: “Il Gondino è stato il primo veg formaggio sul quale abbiamo lavorato e investito, ma non avremo mai immaginato che sarebbe stato il nostro ambasciatore in Italia e all’estero – racconta Luciano – è diventato talmente famoso da aver messo in ombra persino il mio nome di battesimo: per tutti, ormai, sono mister Gondino”.
Un vera droga per il palato, questo formaggio vegetale a pasta dura nelle varianti al pepe, peperoncino, erbe aromatiche e funghi, rappresenta l’alternativa vegetale perfetta all’uso del classico formaggio realizzato con latte vaccino : “La consistenza del Gondino è frutto di una tempistica di asciugatura attraverso la quale siamo riusciti a renderlo un ingrediente ideale per insaporire primi piatti o da utilizzare per la preparazione di impasti – racconta il fondatore di Pangea – il suo gusto, grazie a un sapiente uso di aromi 100% naturali, privi di glutine, ricorda quello del vecchio grattugiato”.
Una scelta gustativa precisa che si è proposta di avvicinare il consumatore legato agli stereotipi dei sapori tradizionali, e che nel gusto trova il solo elemento ostativo al mutamento delle proprie abitudini alimentari, proponendogli un’alternativa vegetale ed ecosostenibile che non lo privi della certezza del gusto. Un processo nel quale gli aromi giocano un ruolo fondamentale: “Sono ingredienti versatili – ricorda Luciano, che ha un passato da cuoco – in grado di decretare il successo o l’insuccesso di un prodotto o di una pietanza. Tutti i nostri veg formaggi, inoltre, vengono sottoposti a controllo tre volte l’anno attraverso una procedura a campione, che è interamente a carico dell’azienda, con la quale viene esclusa la presenza o la contaminazione con sostanze diserbanti”.
Anima green che rappresenta il futuro della produzione alimentare made in Italy:”Abbiamo scelto di essere lungimiranti, come individui e come persone che fanno impresa – sottolinea l’imprenditore toscano – riscattando il dolore e la sofferenza di creature le cui vite, a causa di politiche aziendali, produttive e alimentari non più sostenibili, sono state spezzate e sfruttate dall’industria agroalimentare. E’ la nostra missione: far conoscere, anche ad altri comparti della filiera alimentare, l’esistenza dell’alternativa vegetale”.
Una missione che fa di Pangea una delle poche aziende in grado di certificare l’assenza di qualsivoglia forma di sfruttamento animale nella raccolta delle noci utilizzate per produzione dell’olio di cocco, uno degli ingredienti alla base della lavorazione vegetale: “Anche in questo caso siamo stati coerenti con la nostra filosofia di produzione – rivendica Luciano – e abbiamo scelto di collaborare solo con chi fosse stato in grado di garantire una raccolta di noci di cocco effettuata senza alcuno sfruttamento degli animali e nel rispetto dell’ambiente. I nostri prodotti poi non usano olio di palma – precisa – anche su questo siamo stati degli antesignani nel dire no a tutto ciò che sfrutta la fauna e distrugge habitat ed ecosistemi”.
Ma l’etica che muove Pangea non smette di sorprenderci: “Abbiamo da poco lanciato sul mercato la versione total black del Gondino – annuncia Luciano con orgoglio – una nuova veste che per noi ha un significato molto speciale, perché per realizzarla abbiamo utilizzato farina di ceci neri prodotta dal santuario senese La tana del Bianconiglio. Si tratta di un rifugio che accoglie alcuni degli animali salvati dal macello. In questo modo, a fronte di una farina di ottima qualità, sosteniamo economicamente realtà che hanno bisogno dell’aiuto di tutti per poter continuare a riscattare, da una fine atroce, il maggior numero di animali possibile”.
Pangea, però, non è solo Gondino ma anche una linea di prodotti freschi da tavola: “La nostra proposta di freschi comprende la Gargonzina, l’alter ego vegetale del classico erbinato, con la sua caratteristica venatura azzurro verdognola ottenuta utilizzando la farina di spinaci, lo Stracchetto, nella versione semplice e in quella affumicata, e la Fiorina, che è il nostro fresco spalmabile”.
Etica, tutela dell’ambiente, amore per gli animali. Un percorso aziendale che oggi ha permesso ai tre soci di ampliare la famiglia di Pangea : “Nei primi due anni non avevamo un euro in tasca – ricorda l’imprenditore – perché i nostri introiti riuscivano a coprire solo i costi di produzione e per questo non potevamo assumere personale. Lo scorso anno invece è arrivato Paolo, un ex cliente del ristorante che si è licenziato per venire a lavorare con noi, e Ibtissam, una giovane ragazza marocchina da poco parte integrante del nostro organico”.
E se il mondo fuori corre, seguendo ritmi di produzione frenetici, il tempo che scandisce il pianeta Pangea segue ritmi d’altri tempi: “Abbiamo voluto essere coerenti con le nostre scelte, quindi la nostra produzione non poteva che essere artigianale, perché più in linea con un progetto lontano da logiche industriali anche nella confezione del prodotto finito”.
Un successo clamoroso che sta facendo volare il made in Italy vegetale oltre i confini nazionali: “Già da diversi anni siamo approdati sul mercato francese, tedesco e inglese, ma i nostri prodotti hanno raggiunto anche la Svezia, la Danimarca, la Grecia, la Spagna, il Belgio e l’Austria – racconta con un pizzico d’orgoglio Mister Gondino – recentemente siamo stati contattati anche da aziende canadesi, indiane e statunitensi per esportare i nostri formaggi anche sul loro mercato. Questa è per noi un enorme soddisfazione; la dimostrazione pratica che il modello alimentare vegetale rappresenta il futuro e le aziende lungimiranti, capaci di intercettare questa rivoluzione culturale lo hanno compreso bene”.
Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni, scriveva William Shakespeare nell’opera “La tempesta”. Ed è vero, perché ogni sogno cammina, corre, vive e respira nei sentieri infiniti della nostra coscienza.
Emma De Maria
Meraviglioso, in Italia chi li distribuisce?
Ciao, Gaetano. Ci sono diversi ipermercati presso i quali puoi trovare i prodotti Pangea