Ercole La Manna, barefoot runner per i diritti degli animali

Cos’è il cambiamento? Certamente è un processo interiore e un percorso analitico, di inclusione ed esclusione, che risponde innanzitutto a bisogno di evoluzione personale.
Quando questa necessità si manifesta, e bussa prepotentemente alla porta della nostra coscienza, iniziamo a riconsiderare e a riprogettare noi stessi; a partire dalle nostre azioni, dai nostri pensieri, dalle nostre relazioni.
Ecco, il barefoot running, letteralmente correre a piedi nudi, è un po’ questo: così, perlomeno, è stato per Ercole La Manna, barefoot runner per i diritti degli animali.
“Ammetto che, prima della conversione, anch’io sono stato un corridore ordinario: di quelli con regolari scarpe da runner ai piedi, per intenderci. Poi, nel 2017, arriva il colpo di fulmine – racconta Ercole – e inizio ad avvicinarmi al mondo del barefoot running perché rimango folgorato da questo modo di fare corsa e dalla filosofia che la supporta. E così, poco alla volta, mi trasformo in un barefoot runner”.
Vegano dal 2013 e quindi aperto al cambiamento, La Manna trasforma la sua passione per la corsa in una vera e propria missione ecosolidale: “Ho sempre corso per passione, ma la svolta vegan ha migliorato moltissimo le mie prestazioni – spiega – e dal 2014 ho iniziato a partecipare alle prime maratone come tesserato con il Vegan Power Team. L’anno della svolta, per me, è stato anche l’anno dell’azione consapevole: l’anno in cui ho dato vita al progetto Feel Free barefoot for animals. Una squadra di maratoneti che corre scalza, in Italia e in Europa, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei diritti degli animali”.

Un progetto etico che in soli tre anni ha registrato la partecipazione ad importanti eventi e manifestazioni podistiche: “Il 2017 è stato un anno importante, già ricco di impegni podistici per me – ricorda Ercole – avevo in programma due gare molto impegnative: la 100 km di Asolo nel mese di luglio e la 100 miglia di Berlino nel mese di agosto: le ultime (anche se allora non lo sapevo), che avrei corso con le scarpe da runner”.
E quando la strada che abbiamo deciso di seguire è quella giusta, anche l’universo, talvolta, sembra incoraggiarti con piccoli segni che urlano a squarciagola: stai facendo la cosa giusta.
E un segno, chiaro e inequivocabile, arriva il giorno della partecipazione di Ercole alla 100 chilometri di Asolo, maratona nota in tutta Europa per la bellezza dei suoi panorami e per la difficoltà dell’ascesa sino alla vetta del Monte Grappa: “Avevo deciso di correre quella maratona indossando ancora una volta le scarpe da runner, forse non ero ancora pronto per affrontare una gara così tosta completamente scalzo – ricorda – durante la maratona, giunto ormai in uno dei tratti più duri del percorso, mi raggiunge una voce (tranquilli non soffro di allucinazioni) che mi dice ‘adoro a tua maglia’. Mi volto sorpreso e, accanto a me, vedo Paola Coccato, atleta vegana monumento dell’ultramaratona, che aveva notato la maglia del Raw-Vegan Running Team che indossavo.
Ripresomi dallo stupore iniziale, mi accorgo immediatamente che Paola indossava un paio di fantastici rastro – lagoa (sandali minimalisti da barefoot running) e di rimando le rispondo ‘io, invece, adoro i tuoi sandali’: e giuro che non ci stavo provando. Nonostante le difficoltà del percorso, inizio a raccontare a Paola del mio desiderio di convertirmi anima e piedi al barefoot running e che quella che stavamo correndo rappresentava per me la penultima gara con le scarpe da corsa”.
Certo che quell’incontro casuale fosse un’ulteriore conferma a sostegno di un cambiamento ormai inarrestabile, Ercole propone a Paola di dare vita una squadra di barefoot runner e di partecipare all’edizione 2018 dell’Ums (Ultramaratona Milano – Sanremo): la corsa più lunga d’Italia con i suoi 285 km.
“Paola ha accolto con entusiasmo la mia proposta – ricorda Ercole – e in breve tempo siamo riusciti a mettere insieme un team di cinque corridori (io, Paola, Simone Bianchi, Sara Enge, Paola Corini): il Feel Free barefoot for animals. Tutto era pronto per il nostro debutto ufficiale, ma prima c’era ultima questione personale da affrontare: la maratona di Berlino”.
Un rito di passaggio dall’alta valenza simbolica: “Avevo deciso che sul terreno dello Jahn Sportpark Stadion di Berlino avrei celebrato il mio rito di passaggio – racconta il maratoneta – perché lì, percorso il tracciato del vecchio muro, avrei appeso definitivamente le scarpe al chiodo. Per la cronaca, non arrivai con le mie gambe allo stadio berlinese ma a bordo di un taxi, essendomi ritirato al 97esimo chilometro: la sostanza però, non è cambiata più di tanto”.

Appesa senza ripensamenti la scarpa al chiodo, La Manna si getta a capo fitto nella promozione del progetto Feel Free e delle finalità benefiche a tutela degli animali che animano la partecipazione alla Milano – Sanremo della prima squadra 100% barefoot for animals: “La partecipazione a ogni evento podistico ha sempre perseguito un unico e meraviglioso obiettivo: quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei diritti animali, raccogliendo fondi a favore dei santuari (strutture gestite da persone straordinarie che accolgono gli animali salvati dai macelli o riscattati dagli allevamenti di carne, latte e uova). E i fondi raccolti in occasione dell’Ums furono destinati al rifugio ‘I Musicanti di Brema’ di Roccatederighi, in provincia di Grosseto, e al santuario ‘Capra Libera Tutti‘ di Nerola, in provincia di Roma”.
Un debutto e un crescendo di progetti e attività benefiche a sostegno degli animali che non è passato inosservato e ha saputo catture l’attenzione della stampa nazionale: “Beh, se le nostre performance non erano state in grado di attirare l’attenzione dei media dal punto di vista della prestazione – si schermisce Ercole – la nostra condizione di corridori scalzi, di certo, non è passata inosservata. E l’obiettivo è stato egregiamente raggiunto, perché quotidiani come la Gazzetta dello Sport, il Corriere della Sera e il Secolo XIX hanno iniziato a parlare di noi, della nostra causa e dei diritti degli animali”.
Il 2019 è il turno della 100 chilometri del Passatore, una gara storica con partenza dal duomo di Firenze e arrivo a piazza del popolo a Faenza: “Una competizione famosissima, alla quale abbiamo partecipato schierando ai nastri di partenza una squadra più internazionale che mai – racconta il corridore scalzo – io e Marina Scibilia a rappresentare l’Italia, insieme alla svedese Sara Enge e allo svizzero Pierre Zücher. Insieme abbiamo sostenuto una raccolta fondi a sostegno delle attività svolte in Siria da Mohammad Alaa al- Jaleel, il gattaro di Aleppo“.
Durante la guerra civile che sta insanguinato la Siria, la storia Mohammad fa il giro del mondo e racconta l’impegno di un uomo che dedica tutto se stesso al recupero, alla cura e al sostentamento di centinai di gatti abbandonati, affamati e feriti : “E’ stata una raccolta fondi che ha registrato una partecipazione straordinaria e che ho promosso personalmente, presenziando a eventi organizzati sia in ristoranti vegani che nei santuari di Venezia, Roma, Catania e Cantù. A volte – spiega Ercole – penso che potrei fare a meno di girare così tanto per promuovere progetti come questo e magari destinare quello che è un piccolo investimento economico, legato agli spostamenti, al progetto stesso. Poi, però, mi dico che se da una parte è importante raccogliere una somma che sia più alta possibile, dall’altra è altrettanto importante sensibilizzare e informare adeguatamente quante più persone, per creare giusta consapevolezza e partecipazione”.
Un sostegno all’attività svolta dai santuari che spinge Ercole, insieme ad Antonio Di Manno, presidente del Vegan Power Team, a dare vita all’iniziativa Corriamo al Santuario: “Abbiamo corso in un fredda domenica dell’Epifania – ricorda il barefoot runner – per circa cinquanta chilometri, tra piazza del popolo a Roma e la sede del santuario Capra Libera Tutti a Nerola, per raccogliere fondi a favore della struttura di ricovero e accoglienza e ricordare l’impegno quotidiano che i responsabili dei santuari affrontano ogni giorno con impegno e dedizione: un impegno che non si arresta dinnanzi a nessuna condizione meteo”.

Una determinazione che non ha mai fermato il team Feel Free barefoot for animals, neppure in seguito alla sospensione delle attività podistiche legate al diffondersi della pandemia di Covid19: “Non ci siamo fermati ma reinventati – spiega Ercole – e nel rispetto dei decreti emanati dal governo, la nostra squadra ha trasformato corse di gruppo in corse in solitaria. Così abbiamo convertito la 100 del Passatore in una staffetta virtuale ribattezzata 100 km di casa: ciascun partecipante ha percorso nei pressi della propria abitazione i cento chilometri previsti dalla corsa tradizionale”.
Venti i barefoot runner coinvolti in una raccolta fondi il cui ricavato è andato a sostegno di due associazioni: ‘I carrellini disabili’ di Treviso, che realizza supporti di mobilità per tutti quegli animali che hanno perso l’uso delle zampe, e ‘Gli amici del canile Carbonia‘, che si occupano dei randagi della città sarda.
Una corsa solidale, che non conosce specie o genere, che ha spiegato le ali verso un nuovo progetto: “Da diverse settimana abbiamo dato vita a una raccolta speciale con il progetto ‘Doppio nodo‘ – spiega Ercole – in collaborazione con la Compagnia della Polenta di Milano, i gilet gialli che da anni distribuiscono pasti vegani ai senzatetto milanesi nel solco della filosofia ‘fai del bene a qualcuno, senza fare del male a nessuno‘, stiamo raccogliendo in tutta Italia, ma non solo, scarpe da runner usate, ma in buone condizioni, da destinare alle persone più in difficoltà.
La scarpa da running è la rappresentazione plastica di un consumismo sfrenato – spiega Ercole – tarata per sostenere un determinato numero di chilometri; una volta superato il chilometraggio previsto, però, non è più idonea alla corsa, perché non in grado di garantire massima ammortizzazione e protezione dagli infortuni. Non chiedetemi cosa ne penso: sono un barefoot runner”.
Sensibilizzazione, quindi, ma anche denuncia nei confronti di qualsiasi forma di sfruttamento animale, anche laddove questa si nasconda sotto la rassicurante veste della tradizione folkloristica: “A piedi nudi nel campo è un progetto articolato al quale tengo moltissimo e che nella mia mente ha preso forma già da un po’ di tempo – annuncia Ercole – c’è già una data: il 29 maggio del 2021, quando inizierò la mia corsa scalzo per dire no al Palio di Siena. Da Vittorio Veneto, con un percorso a tappe, arriverò in piazza del Campo, là dove si svolge una corsa che solo negli ultimi 50 anni ha registrato un altissimo numero di cavalli morti o feriti. Sarà l’inizio di una serie di viaggi di sensibilizzazione che coinvolgeranno anche le scuole, per spiegare ai bambini, i più sensibili ed empatici, che esiste un altro modo, più sano, più naturale, più giusto e paritario di relazionarsi con gli altri animali”.
Dare voce e chi una voce non ce l’ha: la strada del cambiamento per costruire un mondo migliore, per tutti.
Emma De Maria